Il Nuovo Piano della Riserva “prescrive” nuove edificazioni
in zone umide pregiate: le cicogne rischiano lo sfratto dal Pian di Spagna! Il Piano della Riserva ha visto nell’arco di oltre 6 anni una serie di rallentamenti, ritardi, passaggi dall’Ente gestore alla Regione, e da questa ritornato al mittente, in quanto il Piano del Marzo 2008 non era stato sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica, come prevedeva la Deliberazione del Consiglio Regionale del 13/03/07.
Il Piano del Marzo 2008 è stato di nuovo rielaborato, per cui abbiamo provveduto, come associazioni che promuovono la tutela dell’ambiente e del paesaggio, a presentare osservazioni e proposte alla scadenza del 9 agosto 2011.
Abbiamo purtroppo constatato che i contenuti del Piano non si avvicinano all’idea di gestione di una Riserva ad alta valenza naturalistica.
Il Piano infatti permette nuove edificazioni nella fascia di rispetto, cioè in quell’area che dovrebbe circondare e proteggere le zone a maggiore naturalità, sottraendo terreno non solo all’ambiente ma anche all’agricoltura, che da secoli viene praticata nella Riserva. Riteniamo che questo tipo di uso, o meglio di consumo del suolo, dal quale purtroppo non si torna indietro, non si addica al Piano di una Riserva che dovrebbe fare della protezione della natura e del sostegno al turismo sostenibile la sua missione.
Anche il concetto di agricoltura non si sottrae a questa mentalità piuttosto datata: non viene infatti favorita - e nemmeno citata- l’agricoltura biologica, mentre vengono permessi nella quasi totalità della Riserva i “necessari”(secondo loro) concimi chimici, pesticidi e diserbanti.
Chi spera che vengano almeno risolte le criticità presenti da tempo nel territorio, prima fra tutte la discarica Falck ma anche il frantoio di ghiaia e molti altri casi, rimarrà invece deluso. Non sono infatti presenti nel Piano programmi d’intervento a breve termine e la soluzione di questi problemi potrebbe attendere molti anni.
Infine, abbiamo riscontrato una scarsa attenzione a flora e fauna, in contrasto con gli scopi istitutivi della Riserva- e non dimentichiamo che si tratta anche di un’Area Ramsar (Convenzione mondiale per la protezione delle zone umide), di SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e di ZPS (Zona a Protezione Speciale per gli uccelli), cioè protetta non solo a livello regionale ma anche europeo- e con l’enorme valore ambientale dell’area, che si trova lungo uno dei corridoi migratori più importanti d’Italia. Invece di permettere interventi impattanti, come il taglio dei canneti, sarebbe auspicabile dedicare un po’ di attenzione ed energie a progetti, anche piccoli, volti a rendere questo fazzoletto di terra e acqua un po’ più ospitale per tutti gli organismi che trovano qui uno degli ultimi luoghi dove vivere indisturbati.
Ci rendiamo conto che molti dei problemi che abbiamo elencato non sono la diretta conseguenza di una scarsa attenzione da parte dell’Ente gestore: i tagli economici in corso hanno minato seriamente la possibilità ai Parchi e Riserve di fare qualcosa di concreto per l’ambiente che hanno il compito di proteggere e valorizzare: anche la Riserva del Pian di Spagna e Lago di Mezzola corre il rischio di chiusura con grave danno per tutti. Molte sarebbero le azioni da intraprendere e sarà difficile vederle realizzate, a partire dall’assunzione di un direttore e di personale qualificato e motivato.
Pensiamo purtroppo che la scarsità di risorse provocherà un danno enorme all’ambiente e all’uomo, in particolare alle generazioni future, che non potranno ammirare e godere quello che vediamo noi oggi.
Tra i nuovi edifici che verranno costruiti, uno in particolare desta la nostra preoccupazione, in quanto sarà realizzato in un’area importantissima per l’avifauna, a ridosso di una delle zone a maggiore naturalità e vicino al fiume Adda e alle rive del Lario. Abbiamo presentato istanza alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per cercare di fermare questo scempio e, se non avremo altre possibilità di intervento, ci rivolgeremo alla Commissione Europea, nella speranza che uccelli e farfalle possano continuare a volare sul Pian di Spagna e altri animali e vegetali trovino ancora un habitat ideale per la loro sopravvivenza.
Sorico, 28 agosto 2011
Legambiente Lecco
Legambiente Lario Sponda Orientale
WWF Valtellina Valchiavenna
C.R.O.S. Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta - Varenna
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