Foto di Giuliana Pirotta (scattate al Parco Le Folaghe - Casei Gerola, PV)
Dalla stazione ferroviaria sono pochi passi, giusto il tempo per captare al volo note nell’accento locale: due ragazze che parlottano fitto fitto, camminando. I temi non mutano di molto con le latitudini; nell’Italia dei mille campanili variano invece suoni e vernacoli, e non solo quello, come vedremo.
All’appuntamento sono il primo, anticipando di poco Emanuele Forlani da Brescia e Francesco Gatti, pronto nel suo ruolo di padrone di casa. D’obbligo, per il sottoscritto, sistemare le formalità, leggi rinnovo della tessera EBN.
L’editorialeL’introduzione spetta, va da sé, al Presidente. L’inizio è all’insegna del come eravamo. Non manca nemmeno un’immagine cui gli anni, a dispetto di tecnologia digitale, han via via sbiadito i colori. Ci manca solo sia virata in seppia per completare l’opera.
Qualche altra istantanea ripercorre i lustri fin qui trascorsi; i primi raduni, le prime escursioni: un tutti insieme appassionatamente a scoprire angoli della penisola fin lì poco o punto noti.
I contenuti dell’intervento hanno taglio istituzionale; il tono meno, a tradire un velo di appassionato coinvolgimento. EBN è scoperta. EBN è condivisione. EBN è immediatezza delle osservazioni, alla faccia di quello che il Ruggieri bolla come “oscurantismo”. E poi: tutela (di luoghi e di pennuti, e anche di sbinocolatori), educazione, promozione. Insomma, gli ingredienti classici e attesi ci sono tutti. Al cronista interessano però notizie e novità. C’è qualcosa, c’è qualcosa. Il sito, in primo luogo, cui verrà a breve data una nuova veste. A parte la resa grafica, le pagine conterranno interessanti nuove. L’elenco delle sottosezioni avrà un capitolo dedicato ai nodi, che sarà interattivo. “…gli utenti, a livello locale, potranno apportare miglioramenti….”. Luciano approfondisce poco il tema – e il sottoscritto dimentica di chiedere ulteriori dettagli –, che mi sembra però interessante. Ci fossero spazi per blog, in cui persone registrate possono agire – magari inserendo cronache come la qui presente –, non sarebbe male. Vedaremm.
Una sottosezione sarà dedicata ai materiali, alle ottiche, gioia e dolore del nostro piccolo popolo: chiedere al qui presente estensore, in attesa di ritirare il povero oculare della specola, danneggiato dalla mano maldestra di un’amica. Si parlerà anche di obbiettivi fotografici, immagino: argomento che non attira la mia attenzione, vista la mia idiosincrasia per l’ambito. Più gradito, invece, sarebbe leggere di microfoni e registratori, mondo cui da qualche tempo mi sto avvicinando.
Interessanti le annotazioni sulla rivista e sul suo passaggio al cartaceo. Poco avvezzo ad argomenti quali promozioni e affini non tenevo in considerazione l’impatto che un prodotto di questo tipo può avere su papabili iscritti. Però, però, avrei dovuto pensarci, dopo decenni di impegno per varie cause e associazioni. “…poi mi mandate a casa qualcosa?...”. È frase udita più volte ai banchetti da parte di aderenti e sottoscrittori. Avere qualcosa di tangibile contribuisce all’affezione, sostiene opportunamente Luciano. I soci attualmente sono 516; 1131 gli iscritti alla lista di posta elettronica. I due raggruppamenti sono strettamente comunicanti, ma esistono anche soci che non fan parte della lista.
Il futuro riserva la partecipazione a progetti di vario tipo: Atlante, via Ornitho, su tutti.
A livello organizzativo interno verranno tolte risorse ai nodi, come già da un anno. Alle sezioni locali spetterà il compito di autofinanziarsi in buona parte.
Un’urna compare opportunamente in fondo alla sala: da lì usciranno i componenti del prossimo direttivo.
Un uomo, un tassonomistaLa collocazione temporale dell’assemblea permette di essere sulla notizia. La lista delle specie – o checklist, secondo l’abitudine, invisa allo scrivente, di utilizzare anglicismi – recentemente compilata da Gianluigi Castelli e Igor Festari merita adeguata presentazione. Assente il primo, tocca a Igor l’onore dei riflettori. D’abitudine, il nostro si destreggia con gusto e profitto nel settore, da cui i più rimangono in genere defilati, della tassonomia. Il servizio che ne consegue per la comunità del binocolo è oltremisura gradito, ovviamente. Veniamo a bomba. Buttata via la vecchia lista – “non l’abbiamo nemmeno guardata”, spiega il relatore –, i compilatori hanno preso una serie di riferimenti, tra digitale e cartaceo. Riferimento centrale la “Gill e Donsker (Eds.), 2010. IOC World Bird Names (versione 2.7), disponibile al sito:
http://www.worldbirdnames.org/ ". È la più importante al mondo, e i suoi estensori contano di arrivare all’edizione 3.0 entro la fine del 2011. Detto della base tassonomica, occorre dedicare una parte alle referenze bibliografiche per i nomi italiani. La CISO-COI è una delle basi utilizzate, insieme alla Violani e Barbagli (2006), che purtroppo si ferma ai piciformi, e alla Massa, Bottoni e Violani (2000).
Processo eternamente in fieri, dichiara il Festari, la tassonomia. Come tutto ciò che è scienza, e come tutto ciò che compone l’intero universo.
Occorrono alcune puntualizzazioni. Il lavoro si pone come un tentativo di mettere ordine in questo campo, e non vuole mettersi in polemica con la CISO-COI. Anzi, ha valore di contributo, fatto con rigore scientifico, ancorché con uno spirito che il nostro relatore non stenta a definire “ludico”. Un contributo per aiutare un aggiornamento da portare avanti nel nostro paese.
Il risultato parla di 1040 specie per il Paleartico occidentale, e, udite udite, 206 sottospecie. Queste ultime sono davvero tante. “...e potrebbero essere di più..”, puntualizza Igor, che adora separare nuovi taxa. I nomi delle sottospecie indicate da Castelli e Festari van presi come suggerimenti. Nel caso si debba scrivere un articolo, si potrà parlare, esempio, di astore sardo o di forma insulare di astore. Per il resto, ai posteri….
Ga vureva i svisarEh, sì. Ci volevano gli svizzeri. L’argomento è la piattaforma ORNITHO, prodotto elvetico come neanche orologi e cioccolato. A parlarcene l’immancabile Roberto Lardelli, con il consueto stile garbato e accattivante. Le capacità oratorie del ticinese subiranno più volte le dure e inattese interruzioni del pc, senza uscirne minimamente intaccate: l’applauso finale risulterà più che meritato.
Le questioni testé trattate hanno forti addentellati e affinità con il pianeta ORNITHO. La sistematica è strumento imprescindibile e, nello stesso tempo, causa e motore di un lavorio che non può fermarsi.
C’è dell’altro. ORNITHO e la lista di Festari e Castelli partono da realtà piccole. La prima ha finito con l’affermarsi a livello sempre più ampio; per la seconda si tratterà di attendere gli eventi. Inizialmente il contenitore di dati rossocrociato, correva il 2003, era limitato alla Svizzera Francese. Rimonta al 2007 il suo allargamento alla Confederazione e alla vicina Francia. La banca dati sbarcherà in breve tempo nel nostro paese. Già, l’Italia dei campanili e delle mille parrocchiette (vedi sopra). Come avrebbe reagito? Non ci si poteva aspettare di meglio: gli iscritti ammontano ormai a oltre un paio di migliaia (2300 per dovere di cronaca), anche se molti sono soprattutto spettatori. E i dati vengono di conseguenza: oltre 100mila nel solo gennaio 2011. Un successo che ha stimolato a far partire l’ambizioso atlante nazionale. Certo, c’è ancora molto da fare, in un paese dalla morfologia tormentata e, in molte zone, infelice. Di più: esistono lande cui fa difetto un numero passabile di rilevatori. Ma a poco a poco, confida il Lardelli, e con lui il prof. Bogliani, le cose vanno incrementandosi, anche in territori da sempre poco fertili in termini non già di specie da vedere ma di soggetti disponibili ad andarle a cercare.
Non mancano le difficoltà tecniche. L’allargamento degli utenti oltre l’area geografica di partenza impone via via revisioni e sistemazioni del capitolo server. Oggi il server non è uno solo: opera più di una macchina, a catena. Man mano che occorre, ovvero aumentando gli utenti contemporaneamente collegati, nuovi server partono in azione; questo sistema permette di risparmiare. Nel tempo, sono stati apportati anche aggiustamenti e ritocchi al sito.
Le difficoltà sono anche esterne. Non mancano i conflitti, in termini di proiezioni, tra griglie di regioni adiacenti. Secondo Roberto, si imporrà l’UTM. Al momento, però, esistono regioni come il Lazio dove il reticolo è stato deformato: il collegamento con regioni confinanti diviene difficoltoso. Ci si può, forse, consolare pensando come l’intera Francia abbia operato le sue distorsioni all’intero sistema di coordinate. Se parte un progetto europeo sulla piattaforma ORNITHO, ne vedremo delle belle.
Tornando al Bel Paese, giocoforza si è imposto l’utilizzo di Google Earth, di fronte alle difficoltà nel comparare le varie carte regionali. Sistemare il reparto cartografico si è rivelato impresa titanica. Difficoltà informatiche? Discussioni sulla resa grafica finale? Nossignori: i nostri han dovuto spendere tempo anche per passare i vari comuni e verificarne la provincia di appartenenza. Il sito italiota con le nostre mappe politiche non riportava nemmeno – per la rabbia di noi autoctoni – la Provincia di Monza e Brianza, scoperta da Lardelli in seguito ad un messaggio dell’Andrea Galimberti. Caro Andrea, dal Seveso al Lambro possa giungerti un sincero grazie.
A breve ci saranno delle novità. Un aggiornamento darà delle disposizioni per i rilevamenti dei nidificanti. Saranno indicate 121 specie da considerarsi come prioritarie.
I transetti nelle celle 1x1 prioritarie saranno da percorrere due volte. Impegno non da poco, in effetti. Ma motivato: ci sono specie stanziali la cui nidificazione ha luogo molto prima rispetto a migratori di lunga distanza. Insomma, hemm da sgamelà (tradotto: ci sarà da sgobbare). Il ticinese, bontà sua, si lancia in proiezioni ottimistiche. Forse in futuro saremo così tanti, e bravi, da poter fare come in Svizzera, dove una cella viene passata al setaccio con il mappaggio per 3 volte 3, e per 2 ore ogni volta.
A miglioramento e a raffinamento delle operazioni saranno individuate delle celle da studiare a fondo, sulla base di alcuni caratteri: distribuzione delle altitudini, tipologie ambientali presenti e compagnia cantante.
Oggi i validatori in Italia sono oltre 60; il numero ottimale, valuta Lardelli, sarebbe pari al centinaio. Col tempo, si è notato, un validatore diviene sempre più abile nel cogliere sviste ed errori. La partecipazione al gioco può avere la coralità e la sintonia di un pacchetto di mischia rugbistico. Il nostro in più di un’occasione si è iscritto alla versione elvetica con pseudonimi, con lo scopo di mettere alla prova controllori (e utenti), inserendo dati anomali, specie poco probabili…ecc… Risultato: nel giro di poco tempo veniva messo in riga.
A breve saranno inserite carte con la distribuzione di varie specie. Ciò potrà servire a dare impulso a ulteriori indagini, qualora si evidenziasse che in qualche particella una specie comune non è stata censita. I dati via via caricati permettono una serie di verifiche. Se sono l’unico ad aver rilevato una specie, magari con troppo anticipo o ritardo rispetto al normale, può darsi che sia incorso in un errore. Dall’altra parte, andando a vedere comparse e sparizioni nel corso dell’anno posso definire meglio i periodi in cui cercare un uccello.
ORNITHO, nelle intenzioni dei creatori, non vuole entrare in conflitto con realtà regionali o associative. Tutt’altro: gruppi locali, o nazionali va da sé, possono attingere da qui materiale. Lo stesso vale, nelle parole di Roberto, per gli ornitologi professionisti, il cui operato non subirà danni. Anzi: avranno a disposizione ulteriore materiale. In questi contesti, non conta solo avere, e raccogliere, dati, ma saperli maneggiare ed interpretare.
Una rete europea si sta mettendo a punto. Dopo aver valutato piattaforme differenti, anche i tedeschi hanno scelta la base svizzera. L’obbiettivo a breve è creare un corpus di dati che coinvolga un’area che dal Baltico arriva fino al Canale di Sicilia.
L’angolo dell’espertoNon poteva mancare l’angolo dell’esperto. Dopo i complimenti a Roberto Lardelli per il lavoro svolto, costato nottate al PC, approfondiamo qualche metodo per caricare i dati più rapidamente.
È la volta di Diego Rubolini. Per una navigazione più rapida è consigliabile utilizzare Chrome. Personalizzare la propria pagina può far risparmiare tempo.
Conviene muoversi sull’interfaccia che fa apparire le immagini di Google Earth. In questo modo sarà più immediato andare a pescare il punto che ci interessa, e piazzare il dato.
Impegni ambientalisti mi richiamano a Monza, verso le ultime battute della mattinata. Giusto il tempo per una chiosa del prof per eccellenza. Pepp Bogliani invita tutti a caricare con la massima precisione la localizzazione dei dati, per le innegabili ricadute a livello conservazionistico e nel campo della tutela del nostro sempre più scalcagnato territorio.
Matteo Barattieri