Se un brianzolo si ficca un’idea nella crapa, è dura tirargliela via. Accade a Giuseppe Redaelli, magnifico sbinocolatore in quel di Brivio. Mai come in questo inizio di inverno si vedono così tante averle maggiori nell’omonima riserva. Quante saranno? Il Reda spara alto: almeno 7-8. Giuliana “bric-a-brac” Pirotta corregge un filo il tiro, attestandosi sui 4-5 individui. Sembra chiacchiera da bar sport, ma dopotutto siamo in un ambito, disemm inscì, scientifico. Occorre non già singolar tenzone ma la riprova del campo.
Giuseppe chiama a raccolta gli adepti del CROS: chi può partecipi al conteggio, possibilmente con la specola. L’idea è carina. I due sfidanti saranno ovviamente della partita. In settimana sento Giuseppe: saremmo in 3-4, non molti. E anche la sera prima i partecipanti non sembrano essere aumentati. Mah, speriamo.
Oggi, 17 novembre, una più che piacevole sorpresa: siam mica pochi. Oltre al sottoscritto e ai due di cui sopra (con Giuseppe c’è anche Claudio Ferrario), arrivano via via, e con puntualità poco italiota, Dante Spinelli, Graziano Crippa, Luciano Mingarelli, Alberto Erba.
Giuliana “bric-a-brac” sbuca dall’automobile con, oltre alle canoniche ottiche, anche le schede di rilevamento appositamente redatte. E copie della carta della Riserva a colori (!): insomma proprio come i veri.
Ci distribuiamo i compiti e ci dividiamo le zone; la copertura dell’area sembra pressoché completa. A me tocca un punto sull’alzaia dell’Adda, vicino alla ditta Delna. Il mio riferimento è un bel platano, proprio a riva: chissà se vedrò qualcosa. In questi casi parto sempre con una giusta dose di scettico pessimismo, preparandomi al peggio. Il classico, e trapattoniano, “non dir gatto…”. Beninteso, ho assoluta fiducia in Giuseppe, ci mancherebbe, ma mi piace cominciare senza troppe illusioni.
Punto il lungo, bastano un paio di minuti scarsi e la prima averla si materializza. È su un classico arbusto spoglio. Punta in volo di qui e di là, fa anche lo spirito santo: uno spettacolo che vale la giornata. Ne seguo per un po’ le evoluzioni, non è molto distante dal mio punto. Non noto colorazioni particolari. Inizio a compilare, come da disposizioni dall’alto, la scheda: in triplice, anzi in singola copia, ci mancherebbe altro.
Riappare l’averla. La stessa di prima? Molto probabilmente sì. È sempre sull’altra sponda abduana. Si muove tra alberi e arbusti, molto attiva. È un po’ più distante, ma inconfondibile: un puntolino chiaro nel binocolo.
Completo via via anche la carta, elemento fondamentale in un rilievo naturalistico. Chissà gli altri: spero che anche loro abbiano qualche dato.
Si fan le 10 e mezza, ora di rientrare. Butto un’ultima occhiata anche alle mie spalle, per dovere di cronaca e ne appare un’altra: due!! In contemporanea. Penso a Giuseppe, sarà contento.
Al ritrovo si tiran le somme. L’unico a non avere beccato niente è il buon Luciano, piazzato – il destino sa essere beffardo e carogna allo stesso tempo – proprio all’osservatorio ornitologico. Dante e Graziano alle Fornasette han seguito a lungo le evoluzioni di un individuo, lo stesso vale per Alberto e Giuliana, appostati alle passerelle della Riserva. Gli altri dell’alzaia, Giuseppe e Claudio piazzati al Bersaglio, ne han seguite due. Il totale farebbe 6. Preferiamo però, per cautela, fermare il conteggio a 5. Quella che Claudio e Giuseppe han visto di qua dell’alzaia potrebbe essere la stessa che, in orario diverso, ho inquadrato io.
Giuliana raccoglie schede e carte. Ci si saluta. Ma non finisce qui. Troppo divertente per non ripetere il tutto tra 15 giorni. L’appuntamento è per il primo di dicembre. Intervenite, va da sé, numerosi.
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